sabato 7 novembre 2009

L'ALTRO

Non so per quale associazione di idee oggi mi sono ricordata qualcosa:
Quando avevo sui 16 anni, avevo l'abitudine di leggere una rivista che mi piaceva molto. Conteneva vari articoli sulle ultime scoperte scientifiche, natura, rimedi naturali, curiosità della natura ecc... E un giorno ho notato una rubrica riservata a chi amava corrispondere. Così mi sono decisa ed ho mandato pure io un mio annuncio, dimenticando però di scrivere la mia età.
In seguito ho ricevuto tante lettere, più o meno di ragazzi e ragazze della mia età. L'ultima lettera è stata di un ragazzo sui 24 anni, ma un po' perché mi sembrava grande per me, un po' perché avevo già abbastanza corrispondenti e perché la lettera arrivava ultima e dopo tanto tempo dall'annuncio, l'ho passata a mia sorella più grande e poco tempo dopo quei due si sposavano...
Tra tutte quelle lettere un giorno ho ricevuto la lettera di un carcerato. Una lettera che mi ha molto sorpresa. Fino allora per me i carcerati erano tutto cattivi, tutta gente da evitare e disprezzare. Quella volta ricevevo una lettera lunghissima, scritta su vari tipi di fogli ( che si era fatto prestare da chi ne aveva), una lettera che mi lasciava stupita. Raccontava la vita di un uomo e ricordo ancora una sua frase con la quale mi diceva che avevo dimenticato di specificare l'età, ma che io fossi una ragazzina o una vecchietta, sperava tanto che io gli rispondessi.
Io mi sentivo a disagio rispondere a qualcuno sui 40 anni, poi mia madre si è pure opposta con decisione (poverina aveva fatto pure un brutto sogno a riguardo - ma quello perché un po' paranoica, tanto lavorava nella polizia in tempi comunisti...)
E così non ho risposto. Ma mi capita certe volte di ricordarmi quella lettera e di sentirmi in colpa...
Quella lettera era una richiesta di aiuto, era il desiderio di un essere umano di parlare ad un altro, di essere ascoltato e compreso...
Quella persona mi ricordava pure un mio ex collega con cui ho fatto le elementari e le medie. Da piccola mi incuriosiva. Io vedevo che era spesso rimpoverato perché monello, ma mi rendevo conto che quello era un suo modo di essere, molto curioso, molto intelligente, senza malizia e molto vivace...Una volta ricordo che il maestro l'ha messo nel banco accanto a me, perché io la più tranquilla e lui troppo irrequieto. E quell'ora io mi sono divertita un sacco per tutte quelle cose che si inventava per farsi passare meglio il tempo...
I professori lo punivano spesso, ai miei tempi picchiavano anche...Più tardi i suoi genitori divorziavano e anni dopo sentivo da mia madre che l'aveva visto in polizia, era indagato...
Io fino a poco tempo fa non pensavo molto a queste cose. Sono stata piuttosto egoista nel disagio dei miei rapporti difficili con gli altri...
Anni dopo, mi vengono i rimorsi. Mi sento responsabile per un bene che avrei potuto provare a fare, ma non ho fatto.
Io sempre sulle mie, a pensare solo ai miei dispiaceri, che mi aspettavo sempre tanto dagli altri e che pensavo di comportarmi come meglio credevo...
Oggi mi rendo conto che tante volte avrei potuto fare di più. Di più per gli altri...
Di più per me stessa...

Alina

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