domenica 5 settembre 2010

Ritmi

Lo shiatsu mi insegna che ogni persona ha un suo ritmo.
C'è chi ha un ritmo alto, c'è il ritmo medio-alto, il ritmo lento...
Una piccola riflessione sui due ritmi opposti (complementari), il ritmo lento e quello veloce.
Un ritmo lento vuol dire una persona pacata, che fa le cose con calma, non ama la fretta e la confusione. Questa persona tende ad avere una vita interiore più complessa ma spesso va in accumulo di pensieri, desideri, fantasie... Mentre una persona con un ritmo veloce che fa salti acrobatici tra le varie situazioni della vita non ha tanto tempo per riflettere e ha la possibilità di smaltire in fretta i residui di pensieri.
E allora la persona che accumula , capita che ad un certo punto, ad un minimo eco, scarichi tutto l'ammasso come una valanga...
Il ritmo lento è spesso presente a se stesso e a quello che lo circonda, il ritmo veloce si fa trascinare dagli eventi ed è per lo più assente, è lui stesso vissuto senza viversi molto...
Ma esiste un ritmo ideale?
Esiste una tendenza evolutiva?
Forse c'è una tendenza , o almeno una meta di molti verso un ritmo lento, ma senza accumulo.
I grandi maestri dell'umanità insegnano che si deve raggiungere uno stato di pace interiore, senza desiderare, senza attacarsi a nulla.
L'occidentale incontra una grande difficoltà a capire il concetto. Cosa vuol dire non avere più desideri? Mica siamo morti...
Posso pensare ad uno stato intenso di concentrazione...
Un chirurgo che opera, un' artificiere che disinnesca una bomba, un alpinista su un tratto pericoloso della montagna. Sono situazioni molto delicate in cui ci vuole una salda concentrazione, non ci si può permettere la minima distrazione, né alcun pensiero superfluo.
E allora mi viene da pensare che vivere nel presente, nel qui e adesso voglia dire proprio questo. Vivere sempre uno stato intenso di presenza, senza pensieri di cosa non c'è, senza preoccupazioni, senza fantasticare...
Più o meno...

Alina

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